Politiche a misura di bambini

Francesco Tonucci *

 

 

 

Cambiare le politiche rendendole adeguate ai bisogni dei bambini migliora la qualità della vita e costruisce il nostro futuro.

 

 

 

 

In quasi vent’anni di esperienza abbiamo raccolto le proposte dei bambini di vari paesi e tutte concordano in alcune richieste chiave, che descrivono un’altra politica.

I bambini chiedono ai loro governanti una politica diversa, più vicina alle esigenze di tutti i cittadini, nessuno escluso, più sensibile alle esigenze di sostenibilità ambientale e più economica.

 

Una diversa politica della sicurezza

 

La sicurezza è spesso il tema preferito della politica. La paura viene usata come elemento di propaganda ed è spesso tema di dibattiti televisivi. Si chiede, o si promette, un aumento della difesa:  esercito nelle strade, ronde, telecamere, bracciali elettronici, telefonini ... .

 

Dicono invece i bambini: "Gli adulti ci debbono aiutare, però da lontano". E un altro bambino, in Argentina, ci dice: "E’ facile, sono sufficienti due genitori che prendono il mate in ogni isolato." Se ci fossero molti bambini per strada tutto sarebbe diverso.

 

I bambini per strada rendono sicura la strada e la città perchè promuovono attenzione, controllo da parte dei cittadini. Sollecitano atteggiamenti responsabili e solidali. Costruiscono un nuovo vicinato, una nuova cittadinanza. 

A Buenos Aires (che non è una città senza problemi) con la operazione Senderos Seguros hacia la escuela (Percorsi sicuri per andare a scuola) gli atti di criminalità urbana nelle zone interessate sono diminuiti anche del 50%!

 

Una diversa politica della mobilità e della salute

 

Nelle nostre città troviamo spesso l’anziana che non esce più di casa, come il bambino che non esce mai da solo. Ma senza autonomia non si può giocare, e senza giocare non si può crescere bene. Bisogna poter rischiare un po', perché se non si può rischiare da piccoli si accumula il desiderio di farlo e le prime esperienze da adolescenti possono essere pericolose. Ad esempio è pericoloso andare in moto senza aver conosciuto e sperimentato la bicicletta. Ricordiamo che gli incidenti sono la prima causa di morte fino ai 26 anni.

 

E' importante aiutare i genitori a capire che l’autonomia di movimento è la vera prevenzione, che uscire di casa è l’unica vera alternativa alla televisione e al computer, che un po’ di paura prima può risparmiare grandi paure e dolori dopo.Drammi come l'obesità infantile, l’iperattività o l’abulia sono legati alla mancanza di tempo libero e di esperienze autonome

 

Sarebbe importante ricreare le condizioni perchè i bambini potessero andare a scuola a piedi o in bicicletta con gli amici fin dai 6 anni. Se si creano condizioni adatte i bambini sanno muoversi con sicurezza e creare sicurezza.

L’esperienza del Piedibus è qualcosa di molto diverso, perchè prevede che  i bambini siano costantemente accompagnati.

 

Piedibus, un passo verso l'autonomia dei bambini nella mobilità

 

Una diversa politica dello spazio pubblico e del gioco


Quando vengono interpellati i bambini chiedono spazi in cui il gioco non sia proibito, spazi condivisi, non riservati solo ai bambini. Notano che "gli spazi gioco sono tutti orizzontali e non ci si può nascondere", che "i grandi mettono sempre gli stessi giochi nei giardinetti e non è grazioso perchè è come vedere sempre lo stesso film, e non c’è sorpresa", che "un posto per essere buono per i bambini dovrebbe essere non troppo sicuro". 

Aurelia di Asti dice che "ci sono troppi parcheggi e i bambini non hanno spazio per giocare, proponiamo di fare a metà."

Chiedono anche di avere del tempo per giocare e questo dovrebbe indurre a riflettere sui compiti a casa ... .

 

Una diversa politica economica

 

Una politica che tenga conto anche del fatto che migliorare le condizioni di vita dell’infanzia è un investimento. James Heckman, vincitore di un Nobel, sottolinea, in una ricerca sull’educazione infantile, l’importanza, anche rispetto al ritorno economico, di investire nella diffusione dell’ allattamento naturale (anche cambiando le condizioni di lavoro delle madri), nel favorire il gioco libero per tutti i bambini (cambiando le caratteristiche strutturali della città favorendo l’autonomia dei bambini e dei pedoni e riducendo il potere delle macchine ), investendo in una scuola infantile di alta qualità, dedicando così risorse economiche e culturali alla prima educazione.

 

Kofi Annan, il presidente delle Nazioni Unite, l’8 maggio 2002 a New York, aprendo la Sessione Speciale dell’ONU per l’infanzia, chiudeva il suo intervento dicendo: “Come potremo fallire, soprattutto ora che sappiamo che ogni dollaro investito nel migliorare le condizioni dell’infanzia ha un ritorno, per tutta la società, di ben 7 dollari?”

 

 

F. Tonucci, Se i bambini dicono: adesso basta!, Laterza, 2001

(testo pubblicato integralmente on line)

 

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* Francesco Tonucci

  • Istituto di Scienze e Tecnologia della Cognizione – CNR
  • Progetto Internazionale "La città dei bambini"