Cooperare per elaborare proposte: le commissioni

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Giancarlo Cavinato *

 

 

Il presupposto per un buon funzionamento di un consiglio dei ragazzi è un'articolazione dei lavori che non scimmiotti l’andamento dei lavori in un consiglio comunale, ma che adatti agli incontri di questo organismo le migliori pratiche che la tradizione didattica ha suggerito nel tempo. Ad esempio, una struttura di gruppi ispirata alla cooperazione.

 

 

La cooperazione funziona in una classe se non si traduce in consegne e suddivisione di funzioni unicamente per svolgere meglio quanto gli insegnanti assegnano come compiti, ma se raccoglie curiosità, bisogni, ipotesi di ricerca dei ragazzi per farne occasione di impegno reciproco, di confronto e scambio fra le rappresentazioni, i modelli, le conoscenze possedute da ciascuno, così che si crei una effettiva comunità di apprendimenti.

 

Il lavoro di gruppo allora ha il suo presupposto nel lavoro compiuto in classe individuando temi e direzioni di indagine sulla realtà, e alla classe viene restituito come elaborazione del gruppo, discussione sugli esiti del lavoro, ampliamento di conoscenze e modelli di spiegazione su eventi, fenomeni, campi di conoscenza. Analogamente, negli incontri del consiglio, il presupposto per una funzionalità degli stessi tale da non tradursi in un tempo speso in chiacchiere, è nel lavoro che si fa in classe, che è indagine sulla realtà, sui modelli sociali esistenti, sugli stereotipi, sul territorio circostante, sull'individuazione di punti di criticità e sulle possibili strategie di miglioramento.

 

Tale lavoro, riportato e confrontato negli incontri del consiglio, consente poi di tornare nelle proprie classi di appartenenza rispondendo ai propri compagni nel merito. E' questa la funzione principale affidata ai consiglieri: raccogliere, riportare, rispondere ai propri elettori. Quello che ogni buona politica dovrebbe fare: chiedere, raccogliere, rispondere ai cittadini.

 

Nell'esperienza dei consigli dei ragazzi sono emerse alcune direzioni stabili di ricerca, ciascuna della quali affrontata in un'apposita commissione. Le commissioni sono sede di formulazione di ipotesi a partire dai pareri e dalle proposte raccolte nelle classi.

 

Ecco le commissioni più frequentemente attivate:

 

  • Commissione viabilità, città, percorsi sicuri

    E' il tema originale da cui sono nati un po' ovunque i progetti "città dei bambini e delle bambine", ispirato alle conseguenze dei cambiamenti avvenuti dalla seconda metà del secolo scorso nelle grandi città e alle carte internazionali sui diritti dell’infanzia, i diritti dei pedoni, la carta della terra.

    La sua funzione è compiere un’analisi del territorio e di una sua trasformazione possibile tale da favorire l’autonomia, la sicurezza, la visibilità della presenza dei bambini e in genere dei "soggetti deboli" nello spazio urbano; si potrebbe dire che compito di tale commissione è l’educazione (o la "ri-educazione") degli adulti, automobilisti in primis. 
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  • Commissione spazi di incontro e di convivenza

    Una città "amica" dei soggetti in crescita ha a cuore la possibilità di organizzare eventi, scambi intergenerazionali, di reperire luoghi dove i ragazzi possano incontrarsi, fare esperienza assieme, avere una strumentazione che ne faciliti contatti e comunicazione: dai parchi alle "stanze dei ragazzi", a biblioteche e ludoteche.

    La commissione analizza quartieri, paesi, città, da questo punto di vista, che considera i bambini non soggetti dipendenti, ma dotati di una loro capacità di assunzione di responsabilità; "cittadini" da subito con diritti e compiti da assolvere.

 

  • Commissione mondo-solidarietà

    Nella misura in cui il mondo è sempre più interconnesso, è necessario lavorare con i bambini all’ampliamento della loro percezione e rappresentazione della realtà, sostenendoli nella fuoriuscita da un'ottica puramente localistica e ponendo loro di fronte la realtà delle infanzie nel sud del mondo, costruendo insieme empatia, comprensione, coordinando le loro proposte di intervento; 

    Questa commissione ha il compito di individuare forme possibili di  progettualità che corrispondano ai grandi investimenti che oggi il mondo adulto fa nei confronti dell’infanzia, alla quale però quasi mai viene richiesto di impegnarsi in un'assunzione di responsabilità, così da corrispondere a tali sforzi con un impegno in prima persona, e di ragionare intorno all’idea di futuro probabile e auspicabile. 

    Un esempio di ciò è stata un'attività che ha previsto con l’Associazione "NaTsper" sulla realtà lavorativa e di vita dei bambini del mondo latinoamericano. La conoscenza diretta attiva meccanismi di identificazione, riconoscimento di un comune senso dell’infanzia, senso di giustizia e desiderio di cambiamento delle situazioni. E' stata messa in gioco l'immagine eurocentrica che tutti ci siamo costruiti e si è arrivati a maturare una diversa comprensione del ruolo dell’istruzione per tutti e dell'idea di progetto personale di vita.

 

 

 

* Giancarlo Cavinato

  • Dirigente Scolastico presso la Direzione Didattica "L. Da Vinci" di Venezia-Mestre
  • Fondatore e coordinatore del Consiglio dei Ragazzi di Martellago e Maerne